Acero: marezzatura larga e regolare
Abete: venatura regolare che si allarga sui lati
Vernice: giallo/oro e trasparente
Intervento: acrilico
Giosetta Fioroni
pittrice
Giosetta Fioroni (Roma, 1932)
pittrice
Nata da una famiglia di artisti (il padre era scultore la madre pittrice), ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove fu allieva di Toti Scialoja.
Espone alla VII Quadriennale di Roma del 1955 e l’anno successivo alla XXVIII Biennale di Venezia.
In una personale nel 1961 alla Tartaruga con Umberto Bignardi inizia ad esporre tele realizzate con colori industriali, alluminio e oro, recanti segni, scritte, simboli, sovrapposti e cancellati.
Frequenta il gruppo del “Verri” e il “Gruppo 63”
Unica donna a fa parte della Scuola di Piazza del Popolo con Tano Festa, Mario Schifano e Franco Angeli con i quali espone alla Biennale di Venezia del 1964 (la Biennale della Pop Art).
Da quell’anno diviene la compagna stabile di Goffredo Parise; rimarrà al suo fianco fino al 1986 anno della morte dello scrittore veneto.
Dal 1963 lavora con fotografie proiettate sulla tela, nel 1967 alla Galleria del Naviglio di Milano espone una serie di lavori con volti e figure femminili su fondo bianco.
Nel 1968 inaugura la rassegna “Il teatro delle mostre” alla galleria La Tartaruga, l’interesse per la sperimentazione la conducono a esplorare sempre nuove tecniche, dalla performance “La spia ottica”, ai film girati nello stesso anno.
Dal 1969 si avvicina al mondo della fiaba e della leggenda: tele, scatole e teatrini aprono al mondo della memoria personale e collettiva e realizza una lunga serie di acquerelli, disegni e collage dedicata agli “Spiriti silvani”.
Negli anni ottanta ritorna alla pittura, con le tele denominate “il Vero” e si intensifica la collaborazione con amici pittori, scrittori e poeti, come Guido Ceronetti, Cesare Garbole, Andrea Zanzotto, Elisabetta Rasy per citarne alcuni.
Nel 1990 l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma allestisce una antologica con i suoi lavori su carta.
Alla Biennale di Venezia del 1993 è presente con una sala personale e nello stesso anno avviene l’incontro fondamentale con la ceramica; conosce la Bottega Gatti di Faenza e partecipa ai laboratori per artisti contemporanei.
Alla Galleria Sprovieri nel 1994 presenta una “Venere” di stucco alta due metri e i primi cinque teatrini di terracotta, in seguito produrrà altri venti teatrini ispirati a Shakespeare in cui il cromatismo è molto vivo.
Nel 1999, all’Archivio della Scuola Romana, presenta “Steli”, opere alte più di un metro, con l’aprire del nuovo millennio, per la chiesa Regina Mundi di Torre Spaccata a Roma realizza “Mater Mundi”, una Madonna multietnica che ha tre volti: asiatica, nera e bianca.
Ha collaborato con diversi scrittori ed ha illustrato decine di libri: Dacia Maraini, “Un sonno senza sogni”, Raffaele La Capria “Colapesce” e “Guappo e altri animali”,Alberto Arbasino, “Luisa col vestito di carta”, Elio Fiore, “I bambini hanno bisogno” e altri.
Nel 2001 la Camera dei deputati ha ospitato una sua mostra personale nel complesso monumentale
di Vicolo Valdina.
Nel 2003 il comune di Roma le rende omaggio con un’ampia retrospettiva dal titolo “ La Beltà”.
Negli anni numerose sonostate le retrospettive a lei dedicate.
Ha inoltre pubblicato poesie, fiabe, interviste, interventi e memorie, raccolte di immagini, ceramiche, formelle, fotografie, serigrafie, pitture, sculture ecc. (non solo in occasione di mostre).