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violino, 2005 - Sonia

Eugenio Riccomini

storico dell'arte

Acero: di buona qualità, poche ma bizzarre fiammature , e piccolo nodo nel riccio
Abete: venatura irregolare
Vernice: giallo intenso – brunito
Intervento: china

Eugenio Riccomini (Nuoro 1936)
storico dell’Arte

Si è laureato a Bologna nel 1958 in Lettere Moderne con una tesi d’argomento seicentesco.
A Parma apprese a disegnare e dipingere dall’antico sotto la guida di Nando Negri.

Per più di vent’anni ha lavorato nell’amministrazione statale: a Venezia, a Bologna, a Ferrara e poi, come soprintendente, a Parma.
Nel 1967 e collaborò con Cesare Gnudi al catalogo scientifico della sezione italiana della grande mostra L’Europe gotique al Louvre.

Si preoccupò del degrado delle sculture esposte all’aperto: il Centro per la conservazione delle sculture all’aperto, di cui fu segretario, intolato in seguito a Cesare Gnudi, organizzò sul tema convegni di esperti e furono condotti restauri sulla facciata del Duomo di Ferara e sulla Basilica di San Petronio a Bologna.

Ha diretto per alcuni anni la Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei Diamanti a Ferrara e si è occupato del rinnovamento museale della Galleria Nazionale di Parma.

Nel 1973-74 organizza l’Esposizione della Pittura Italiana del 700, la mostra fu esposta all’Ermitage di Leningrado, alla Tretjakovskaja Galerja di Mosca e la Museum Nardowe di Varsavia.

Nel 1977 divenne Soprintendete ia beni Artistici e storici, studiò la pittura settecentesca di Parma, sulla quale pubblicò una monografia nel 1978 (I fasti, i lumi, le grazie. Pittori del Settecento parmense).

Nel 1980 completò i restauri della cupola del Duomo di Parma, mantenendo i ponteggi per un mese dopo la fine dei lavori per permettere al pubblico di ammirare da vicino gli affreschi, e completò la nuova sede della Galleria Nazionale di Parma, progettata da Guido Canali.

In seguito ha insegnato la storia dell’arte ai suoi allievi nelle Università di Messina e di Milano.

E’ stato Consigliere Comunale (dal 1970 al 1995), Assessore alla Cultura (1995/ 96), Assessore alla Qualità Urbana ed ai Rapporti Internazionali (1995) e Vice Sindaco della città di Bologna (1985/86 e 1989/90) ed infine Presidente della Commissione per la Qualificazione Urbana (1995/1999).

Ha scritto libri su temi rinascimentali e barocchi, tra cui si possono segnalare i volumi sulla pittura ferrarese del Seicento (1969) e del Settecento (1970), i due volumi sulla scultura emiliana del Seicento (Ordine e Vaghezza, 1972) e del Settecento (Vaghezza e Furore, 1977), e il volume sull’arte a Parma nel secolo dei lumi (I fasti, i lumi, le grazie. Pittori del settecento parmense, 1979, La più bella di tutte. La cupola del Correggio nel Duomo di Parma, 1983).

Negli anni tra il 1983 e il 1984 iniziò a tenere una serie di conferenze d’arte nell’ambito del “Progetto giovani” del comune di Bologna, dedicato in primo luogo ai ragazzi dai 17 ai 25 anni, un’esperienza di divulgazione pressoché unica in Italia; l’ultimo ciclo di queste lezioni (L’arte di leggere l’arte) risale alla primavera del 2005.

Tra il 1995 e il 2001 è stato direttore dei Musei civici d’arte antica di Bologna, curando alcune mostre, tra le quali una dedicata a Donato Creti al Metropolitan Museum di New Yurk e al Country Museum of Art di di Los Angeles (1998-99).

La città di Bologna gli ha conferito nel 2001 l’l’Archiginnasio d’oro.

Nel 2003, a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro, ha dato alle stampe un libro in cui raccoglie sette dei suoi celebri saggi sull’arte di Correggio (Sette saggi sul Correggio) e un volume che descrive lo svolgimento della vicenda artistica bolognese dalle sue prime origini ai giorni nostri (Arte a Bologna).

Dal 2004 è stato presidente della “Fondazione Dozza Città d’arte”, che ha organizzato una serie di mostre a Bologna (mostre di Renzo Vespignani e di Nino Migliori nel 2004, di Sandro Luporini nel 2005 e di Zoran Music.

Nel 2006 ha organizzato con Danile Benati una grande mostra monografica su Annibale Carracci esposta a Bologna al Museo Civico Archeologico e a Roma presso il Chiostro del Bramante.