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violino, 2004 - Mirtillo

Aldo Clementi

compositore italiano

Acero: con blanda marezzatura della medesima qualità usata per le fasce , il riccio che è caratterizzato da un nodo e dal bordino della chiocciola annerito
Abete: venatura regolare che si allarga verso il bordo
Vernice: rosso-brunito su base gialla è applicata con intento di “invecchiamento”
Intervento: china

Trascrizione dal brano “FANTASIA SU GIORGIO mo En Ch” per violino solo composta dal maestro nel 1983-85
Sul piano: battuta 1-2-3 /48-49-50
Sul fondo: battuta 85-86-87 / 119-120-121-122

Aldo Clementi (Catania 1925 – Roma 2011)
compositore italiano

Ha iniziato in giovane età lo studio del pianoforte, sotto la guida di Giovanna Ferro, diplomandosi nel 1946.
Nel 1947 si è perfezionato con il pianista Pietro Scarpini a Siena.

Inizia lo studio della composizione nel 1941 divenendo ben presto allievo di Alfredo Sangiorgi, con il quale entra in contatto con la musica della seconda scuola di Vienna e la dodecafonia; è nell’immediato dopoguerra (a Vienna, nel 1947) che viene per la prima volta eseguita una sua composizione (Poesia di Rilke per soprano e pianoforte).

Nel 1952 si sposta a Roma dove diviene allievo di Goffredo Petrassi, sotto la cui guida si diploma nel 1954.

Dal 1955 al 1962 è presente ai Ferienkurse di Darmstadt, dove vengono eseguite sue musiche; nel frattempo, nel 1956 ebbe la prima esecuzione importante di una sua opera alla Radio di Amburgo, per il ciclo Das neue Werk (Cantata su un frammento di Calderon de la Barca, 1954).

Nella seconda metà degli anni cinquanta ebbe modo di incontrare Bruno Maderna, iniziando così un rapporto che Clementi stesso definisce come “di decisiva importanza”.

Altrettanto fondamentali per la sua carriera sono state le esperienze presso lo Studio di Fonologia Musicale della Radiotelevisione Italiana di Milano, dove realizza lavori come Collage 2 (1960), Collage 3 (Dies irae) (1967) e Collage 4 (Jesu, meine Freude) (1979).

All’inizio degli anni sessanta è tra i fondatori dell’associazione romana Nuova Consonanza, assieme a Mauro Bortolotti, Franco Evangelisti, Domenico Guaccero e Francesco Pennisi.

Dal 1971 al 1992 ha tenuto la cattedra di Teoria musicale presso il DAMS della Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna ed è stato spesso invitato a tenere corsi e seminari di composizione presso varie istituzioni italiane e straniere.

Ha ricevuto vari premi e riconoscimenti internazionali, tra cui il secondo premio del concorso della Società Internazionale di Musica Contemporanea (SIMC) nel 1959, il primo premio della stessa manifestazione nel 1963 nonché il “Premio Franco Abbiati della Critica Musicale Italiana” assegnatogli nel 1992.

Dal 2006 è stato direttore onorario dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Vincenzo Bellini” di Catania.

Dopo un primo periodo, corrispondente agli anni di studio, in cui il suo spirito era già vicino a quello della Seconda scuola di Vienna, Clementi si avvicina allo strutturalismo nella seconda metà degli anni cinquanta, nel momento in cui frequenterà i famosi corsi a Darmstadt.

La sua vicinanza ad ambienti artistico-pittorici quali il gruppo Forma 1, ad artisti quali Piero Dorazio, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo ed altri, è emblematica del suo interesse verso le arti visive, il quale sarà di estrema importanza negli anni a venire.

Quasi a voler creare un corrispettivo dell’arte informale, negli anni sessanta Clementi produce opere quali gli Informel, le due Varianti ed i Reticoli, brani dove il denso contrappunto cromatico (nella Variante A utilizza addirittura 144 parti reali) viene a costituire una sorta di continuum multistrato, in cui ogni singola voce viene annullata, affogata in una grande macchia sonora la cui texture è in continuo movimento; per questi motivi il linguaggio musicale di Clementi è spesso stato messo in rapporto con i dripping di Jackson Pollock, o i mobiles di Alexander Calder.

Successivamente, già dagli anni settanta Clementi evolverà il suo linguaggio utilizzando materiali sempre più diatonici, spesso provenienti da opere del passato (si veda anche l’uso frequente del tema BACH, o di melodie di corali), e sempre maggiore attenzione sarà posta nei riguardi delle verticalità armoniche.

Tipico della produzione matura è l’uso costante del rallentando applicato alle ripetizioni cicliche di uno stesso materiale, quasi a voler fare una sorta di “ingrandimento” progressivo degli artifici contrappuntistici, palesandone in modo più esplicito il loro intrinseco funzionamento.

La sua musica viene correntemente eseguita e radiotrasmessa in Italia e all’estero, spesso
commissionata da Enti di grande importanza (Teatro alla Scala di Milano, Biennale di Venezia, Accademia Filarmonica Romana, Accademia nazionale di Santa Cecilia a Roma, Orestiadi di Gibellina, solo per citare alcune realtà italiane). Le musiche di Aldo Clementi sono edite da Suvini Zerboni (Milano).